Scritto da Luca Sardella
Cosa serve davvero a un'azienda per implementare in breve tempo lo smart working? Tra le misure di prevenzione adottate dalle aziende il lavoro agile risulta tra le più efficaci. Come funziona? Te lo spieghiamo tramite la nostra esperienza diretta e il servizio rilasciato al TG1.
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Il 23 Febbraio 2020, per fronteggiare l’emergenza causata dai possibili contagi da Coronavirus, è stato pubblicato un primo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per incentivare l’adozione dello smart working da parte delle aziende.
Un passo verso l’innovazione che ha certamente agevolato quelle imprese con un piano di lavoro agile già attivo e consolidato. Un piano sì, perché lo smart working non è soltanto una soluzione alternativa alla tradizionale concezione di lavoro, ma un vero e proprio programma aziendale che coinvolge persone, spazi, tempi e strumenti.
In quest’ottica, per le aziende che non hanno ancora abbracciato questa peculiarità della trasformazione digitale è stato sicuramente difficile dotarsi degli strumenti e dei servizi necessari per affrontare il passaggio allo smart working.
Come si affronta quindi un passaggio così delicato in tempi tanto ristretti?
Come strutturare un progetto di smart working
In questi dieci giorni, dopo il varo delle misure precauzionali che hanno coinvolto famiglie e imprese nel nord Italia, abbiamo accompagnato decine di aziende, dalle multinazionali agli studi professionali, nell’introduzione dello smart working per rispondere all’emergenza del Coronavirus.
Ecco i tre step fondamentali consigliati dai nostri tecnici per implementare in maniera corretta e veloce il telelavoro per i propri utenti.
Tempestiva richiesta della dotazione necessaria
- Per poter implementare un programma di smart working aziendale è necessario naturalmente dotarsi di strumenti tecnologici fondamentali: un PC portatile, un set di cuffie, i software per lavorare in modo collaborativo con i propri colleghi e una connettività a Internet opportunamente configurata e dimensionata. In sintesi, il dipendente deve disporre di un PC portatile configurato per poter accedere a un’unica rete secondo gli standard aziendali (Smart-Staging).
La consegna a domicilio
- La soluzione migliore per consentire a un dipendente di essere operativo da remoto è recapitare a domicilio il notebook e gli strumenti collegati già configurati per accedere alle risorse IT necessarie alla quotidiana produttività.
L’importanza della postazione di lavoro nello smart working
- La gestione della postazione di lavoro è un aspetto fondamentale per la buona riuscita di un progetto di smart working.
- Il servizio di Managed Workplace messo a disposizione dei propri clienti da Elmec permette di riconfigurare da remoto i dispositivi e di mantenerli sicuri e aggiornati per lunghi periodi di tempo.
Scopri il nostro servizio di Smart Rollout
La diffusione dello smart working in Italia
Come riportato dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, il lavoro agile, pur faticando a decollare, nel 2019 è stato adottato dal 58% delle grandi imprese italiane.
Nelle PMI, grazie all’approccio informale che caratterizza queste realtà, l’adozione dello smart working è in aumento del 12% mentre nella pubblica amministrazione si registra un aumento del 50% dei progetti di smart working rispetto al 2018.
Si parla dunque ci circa 570.000 persone, un numero consistente che denota però una certa resistenza nell’adozione di pratiche di lavoro flessibili su larga scala. Sempre secondo l’Osservatorio Smart Working della School of management del Politecnico di Milano, il 76% del campione si dichiara soddisfatto della possibilità di sfruttare il lavoro agile, denotando uno spiccato miglioramento dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Per praticare davvero lo smart working occorre superare l’associazione che sia solo lavoro da remoto, ma interpretarlo come un percorso di trasformazione dell’organizzazione e della modalità di vivere il lavoro da parte delle persone. Sono ancora poche le organizzazioni che lo interpretano come una progettualità completa, che passa anche dal ripensamento degli spazi e da un nuovo modo di lavorare basato sulla fiducia e la collaborazione. Agire sulla flessibilità, responsabilizzazione e autonomia delle persone significa trasformare i lavoratori da ‘dipendenti’ orientati e valutati in base al tempo di lavoro svolto a ‘professionisti responsabili’ focalizzati e valutati in base ai risultati ottenuti. Fare Smart Working a un livello più profondo significa fare un ulteriore passo oltre, lavorando sull’attitudine e i comportamenti delle persone promuovendo un pieno engagement per far sì che i lavoratori diventino veri e propri ‘imprenditori’ con un’attitudine all’innovazione e alla creatività.
Fiorella Crespi, Direttore dell’Osservatorio Smart Working Politecnico di Milano.
Affrontare i rischi dello smart working con un partner affidabile
Smart working non significa semplicemente dare la possibilità ai propri dipendenti di poter smarcare le proprie attività quotidiane da casa, ma essere parte di una rivoluzione organizzativa slegata dai classici canoni spazio-temporali. La compatibilità e l’integrazione degli strumenti e dei servizi di comunicazione risultano fondamentali per difendersi dai potenziali rischi che un processo innovativo necessariamente porta con sé.
L’utilizzo di strumenti non professionali, di software non perfettamente connessi con il gestionale aziendale o di soluzioni troppo complesse da installare sono dei veri e propri ostacoli per un progetto di smart working funzionale e sicuro. Inoltre, i terminali esterni al network aziendale, sono molto più facilmente oggetto di attacchi da parte di criminali informatici.
Smart working ed emergenza sanitaria, l’esperienza di Elmec
I provider di tecnologia sono impegnati in prima linea nel supportare questa ‘rivoluzione forzata’ dei processi aziendali. Un esempio tra tanti è quello di Cisco che offre gratuitamente il servizio di collaboration Webex nei Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19.
Grazie ai servizi di Managed Workplace e Managed Infrastructured e al lavoro del nostro Service Desk, in queste settimane di emergenza abbiamo reso diverse aziende operative e sicure in tempi record.
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno infatti c’è stato un incremento del 100% sugli ordini di laptop e apparati di rete e un aumento del 40% sugli acquisti e sui noleggi di apparecchiature per lo smart working che includono portatili, desktop, tablet, server, storage, software e soluzioni per la connettività e la collaborazione.
Per noi di Elmec, mettere le aziende nelle condizioni migliori per sfruttare lo smart working significa intervenire sugli strumenti, i tempi e gli spazi del lavoro stesso. Un cambio culturale, dove il luogo perde di importanza e le persone, gli strumenti e le connessioni diventano assoluti protagonisti.
Elmec si racconta: lo smart working funziona
“Oggi la vera scommessa è rendere lo smart working efficiente e sostenibile esattamente come lo sono i nostri uffici”. Così Rinaldo Ballerio, presidente di Elmec ha sintetizzato la nostra mission nel servizio del TG1 andato in onda sabato.
Grazie a Martina Cammarata e Massimo Falcetti che hanno aperto le porte della loro casa e raccontato come stiamo lavorando da remoto e in sicurezza per permettere alle aziende clienti di fare altrettanto: senza fermarsi!
Ospite d’onore del TG nazionale anche “Saetta”, il robot mascotte di CybergON che permette ai nostri clienti di venirci a trovare ‘da remoto’, anche in questo periodo di distanziamento sociale.
Il nostro servizio al TG1
ll concetto di smart working viene poi ripreso sui social da Alessandro Ballerio, Amministratore Delegato di Elmec, dicendo che "non tutti possono lavorare da casa per la mansione che ricoprono. Ma si può ridurre significativamente la presenza all’essenziale, riprogettare questi ambienti. Segnare la strada per un modello ibrido tra lavoro in ufficio e smart working realmente sostenibile."