Scritto da Marco Lorusso
La “fine vita” di Windows 7 è il tema del momento. Questione di numeri, parco installato e di nuove dimensioni dello spazio di lavoro… Ecco una guida pratica per capire come, quando e perché è il momento migliore, e necessario, per innovare il proprio parco macchine. Come fare, gli errori da evitare e, soprattutto, perché la migrazione a Windows 10 è il trampolino di lancio per costruire un nuovo ambiente di lavoro davvero smart e utile.
I contenuti dell'articolo:
> Windows 7 fine supporto: perché ci riguarda
> La migrazione a Windows 10 e la tempesta perfetta
> Cosa accade a chi ha ancora Windows 7 installato
> Cosa cambia in termini di sicurezza con l'end-of-life di Windows 7
> Smart Worker e digital Workspace: perché è importante aggiornare i pc
> Migrazione a Windows 10: da dove si parte
> I 6 problemi tipici della migrazione a Windows 10 (miniguida)
> I vantaggi di affidarsi ad un partner per la migrazione al nuovo SO
Windows 7 fine supporto e migrazione a Windows 10. Il tema, sulle prime, sembra un po’ il solito. C’è un sistema operativo di casa Microsoft che giunge a fine vita, ci sono i problemi con gli aggiornamenti e con la sicurezza, c’è un nuovo ambiente operativo che il mercato spinge a “sposare”. Tutto qui? That’s it... come dicono a qualche migliaio di km da qui?
Non proprio, o non del tutto. Questa volta c’è qualcosa di più. Qualcosa di più profondo e dirompente che necessita di approfondimenti, suggerimenti, idee e, soprattutto, guide pratiche + partner di fiducia. Non è un’idea, una sensazione. Ci sono numeri, contesti, trend che fanno della fine supporto di Windows 7 e del passaggio a Windows 10 un tema chiave, critico, centrale, nevralgico per il destino di milioni di manager e imprese di ogni forma e dimensione. Esageriamo? Non proprio.
Windows 7 fine supporto perché riguarda tutti noi, perché riguarda il nostro futuro
Windows 7 fine supporto. La stiamo facendo troppo tragica? Non proprio. Sul piatto ci sono elementi, anche contrastanti che, intorno alla questione, stanno portando la tensione a livelli non banali. Windows 7, a dieci anni dalla sua uscita sul mercato è infatti ancora il secondo ambiente operativo più diffuso al mondo… dietro Windows 10. Si parla di milioni di desktop, notebook… una base installata mostruosa (vedi i dati più giù in questo report). Stabilità, efficacia, integrazione con i processi aziendali… Windows 7 è di fatto diventato lo standard per le applicazioni e gli ambienti di lavoro di migliaia di aziende italiane.
Allo stesso tempo però, a tassi di crescita di oltre il 30% annuo la richiesta di migrazione al cloud computing e ai nuovi sistemi di collaboration real time oggi è diventata di fatto una delle principali priorità anche e soprattutto per le Pmi italiane (dati Osservatorio Cloud & ICT as a service e Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano). Questione di costi, scalabilità e di vantaggi enormi finalmente percepiti in tutta la loro forza. Ultimo ma non ultimo, il tema sicurezza. Da una parte il 2018, dati Clusit alla mano, è stato l’anno peggiore di sempre a livello di attacchi cyber andati a buon fine in Italia. Dall’altra il tanto discusso GDPR, regolamento europeo sulla gestione di privacy e dati critici, a un anno dalla sua entrata in vigore, è ora uscito dalla applicazione attenuata. Per caprici, autorità e Guardia di Finanza hanno cominciato i controlli sui dati e sul rispetto della normativa e se un sistema operativo non gestisce i dati in maniera conforme... Un panorama complesso, reale che sta dando vita alla più classica delle tempeste perfette.
Fine supporto Windows 7 e migrazione a Windows 10, la tempesta perfetta
Ricapitolando:
- Un sistema operativo a fine corsa ma con una base installata enorme;
- Aziende che faticano a lasciare l’ambiente proprio per la sua pervasività in tutti i processi critici
- La trasformazione digitale che bussa alla porta e fa selezione sul mercato chiedendo piattaforme e sistemi operativi sempre più allo stato dell’arte
- Gli hacker e il cybercrime che aspettano come una benedizione la fine del supporto e della protezione “ufficiali” di un sistema operativo con una base installata così ampia e ora attaccabile
- Il nuovo regolamento europeo per la gestione di dati critici e privacy, GDPR, appena uscito dalla fase di applicazione attenuata e pronto a “scatenare” controlli e sanzioni
- Un nuovo sistema operativo, innovativo, efficace verso il quale muoversi con decisione, ora più che mai.
Eccola la tempesta che nessuno può più ignorare.
Scarica ora il Cheatsheet "I 6 Errori da evitare nella migrazione a Windows 10".
Windows 7 fine supporto, ma cosa sta accadendo e cosa accadrà davvero?
Tante, forse troppe correnti anche contrastanti all’opera, tante dinamiche da monitorare, capire, gestire. Prima di farsi cogliere da qualche giramento di testa vale forse la pena di fare un passo indietro e di provare a capire come e cosa sta accadendo.
Microsoft ha recentemente annunciato che inizierà ufficialmente la fase di fine vita di Windows 7 il 14 gennaio 2020. In quel giorno, la società smetterà di supportare Windows 7 su computer portatili e desktop e non produrrà più sistemazioni e aggiornamenti di sicurezza.
“End of Life”, la fine della vita, la fine supporto è di fatto il termine utilizzato da Microsoft per identificare il periodo in cui la società non supporterà più un sistema operativo o un'applicazione.
In questo caso, significa che, a partire dal 14 gennaio 2020, Microsoft non colmerà più lacune di sicurezza nel sistema operativo. Se dunque le cose si metteranno male e si svilupperanno bug, non sarà possibile chiamare Microsoft per risolvere il problema.
Come detto la notizia colpisce milioni di utenti perché Windows 7 è ancora un sistema operativo estremamente popolare che, anche a 10 anni dalla sua uscita, è ancora utilizzato da milioni di persone in tutto il mondo. Per la precisione Windows 10 è diventato la versione di Windows più popolare al mondo alla fine del quarto trimestre del 2018, prendendo la corona proprio da Windows 7. A quel tempo, Windows 10 ha conquistato il 39% della quota di mercato, rispetto al 37% di Windows 7, secondo Net Applications.
Per metterla nella giusta prospettiva, ci sono più di 1 miliardo di utenti Windows in tutto il mondo. Quindi, centinaia di milioni di persone saranno interessate da questo cambiamento.
Come da tradizione però tutte le cose buone finiscono e, spesso, finiscono in fretta.
Cosa significa Windows 7 fine supporto a livello di sicurezza
«Una delle cose belle del non essere alla fine della vita è che il sistema operativo o il pacchetto software è completamente supportato e continuamente migliorato in caso di bug o difetti. In Windows 7, tutto il supporto verrà eliminato dopo il 14 gennaio 2020». Questo quanto ci spiegano banalmente gli esperti di mercato commentando gli annunci di casa Microsoft, questo però il punto cardine che, nell’ambito della tempesta appena descritta, rappresenta forse la leva più forte nella spinta verso un aggiornamento importante di applicativi e macchine da parte delle imprese.
Negli anni passati, quando Microsoft ha posto una data di scadenza su un software, la società ha offerto alcune pesanti patch nel periodo antecedente alla data, per proteggere il sistema operativo il più possibile. Una decisione molto apprezzata dal mercato ma anche una scelta che solitamente ribadisce, appunto, la data di scadenza di una soluzione. Una data che gli hacker monitorano sempre con grande attenzione perché per loro diminuisce la difficoltà nel penetrare e sfruttare i sistemi vulnerabili e scatenare il caos. Dopo tutto, se Microsoft non supporterà il sistema operativo e ci sono ancora molte persone che lo usano, perché non attaccare? Non è un mistero che proprio la grande epidemia di ransomware denominata Wannacry abbia seminato il panico in tutta Europa nel maggio del 2017 proprio sfruttando il varco lasciato aperto da applicazioni non aggiornate… Non è un mistero che, come detto, con la fine del periodo di applicazione attenuata del GDPR ora Garante e Finanza abbiano avviato controlli seri anche nel nostro Paese. Il punto con il GDPR è sempre uno, se non gestisci i dati in maniera efficace e in maniera da mettere al sicuro e tutelare la privacy di utenti e clienti rischi grosso, fino al 4% del fatturato complessivo della tua azienda, tanto per capirci. Sommando base installata di Windows 7 e fine del supporto, un po’ di pensieri anche in questo senso nascono...
Windows 7 fine supporto e migrazione a Windows 10, la leva dello smart working
E poi c’è lo smart working… come detto e come elencato nella nostra lista della tempesta perfetta, insieme alla sicurezza c’è la questione parecchio aperta della trasformazione digitale che bussa, pesantemente, alle porte delle nostre imprese. Da una parte la domanda di migrazione al cloud, tassi di crescita del 30 %, dall’altra soprattutto la maturazione del concetto di smart working e la volontà, da parte di moltissime imprese, di investire in questo senso. Un senso su cui non a caso proprio Windows 10 e Microsoft in generale spinge con grande forza, vedi in particolare il passaggio dalla piattaforma di Skype for business a quella ancora più evoluta e funzionale di Teams. La verità, tecnologia a parte, è che numeri alla mano a poco più di un anno dall’approvazione della legge sul Lavoro Agile, in Italia continua a crescere lo Smart Working (dati Politecnico di Milano), che vive un vero e proprio boom tra le grandi imprese e inizia a farsi largo anche nelle Pubbliche Amministrazioni e Pmi. Nel 2018 gli Smart Worker – quei lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali adatti a lavorare in mobilità – erano 480mila, in crescita del 20%, e si ritengono più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%). Soddisfazione, efficacia ma anche riduzione dei costi con riunioni che diventano virtuali e comunicazioni che diventano real time. Tra il dire e il fare come sempre c’è di mezzo il mare e allora ecco che una simile evoluzione e maturazione non riguarda più solo la migrazione ad un nuovo ambiente operativo ma anche la riprogettazione di tutti i sistemi di comunicazione aziendale e, soprattutto una nuova strategia di gestione degli end point. Smartphone, tablet, workstation, notebook, il contenuto è il cuore e il cuore io devo poterlo gestire da qualsiasi dispositivo, con la stessa user experience e con lo stesso grado di sicurezza (vedi nuovi e più evoluti sistemi di accesso e autenticazione come il riconoscimento facciale per i quali per esempio Windows 7 non è attrezzato… e non potrebbe essere altrimenti dato che comunque si tratta di una piattaforma datata 22 ottobre 2009...).
Windows 7 fine supporto e migrazione a Windows 10 da dove si parte...?
Le componenti in campo sono moltissime, varie e di diversa forza, anche contraria ma, come spesso accade, alla fine convergono su un unico punto, la migrazione a Windows 10 oggi deve essere una priorità per le imprese. Detto questo, come da tradizione partiamo dalle basi, ovvero come e cosa bisogna avere per pensare alla migrazione a Windows 10. Ecco un primo sguardo a ciò di cui avrai bisogno per ottenere Windows 10 sulla tua macchina.
Migrazione a Windows 10, 6 problemi tipici, 6 soluzioni possibili
Dotazione minima a parte però, la migrazione Windows 10 viste anche le dinamiche appena raccontate, è spesso inevitabilmente laboriosa e problematica. La chiave per una migrazione di successo è anticipare eventuali problemi che potrebbero verificarsi e mitigarli prima del tempo.
Attraverso la nostra guida pratica esclusiva eccone 6, tipici, e qualche idea per affrontarli. Scarica ora il cheatsheet.
Windows 7 fine supporto e migrazione a Windows 10, perché Elmec è il migliore dei compagni di viaggio possibili
Cambiare applicazioni ma anche device per passare a Windows 10 e coglierne tutte le potenzialità, standardizzare i processi di upgrade e patching, fare un asset inventory per progettare l’evoluzione delle postazioni di lavoro, costruire sistemi di sicurezza avanzati per utenti e device che lavorano in mobilità. La fine del supporto a Windows 7 e la migrazione a Windows 10 è una questione semplicemente tecnologica certo ma, guardandola “solo” da questo punto di vista rischia di essere un’occasione pericolosamente persa. Ci sono necessità, urgenze normative, ci sono nuovi modelli di collaborazione che devono essere implementati. C’è tutto un mondo in profonda evoluzione che manager e imprese devono assolutamente affrontare. Per farlo, in una fase in cui allo stesso tempo serve focalizzazione sul proprio core business,
Elmec informatica si presenta come come partner tecnologico e strategico di riferimento. Un partner in costante evoluzione capace di testare e applicare un processo unico per accompagnare le imprese verso la migrazione e il rinnovo del parco pc. “Smart Roll Out” è infatti è un servizio che si avvale di tool avanzati che, grazie anche al supporto di un team internazionale di tecnici permette, tra le tante cose, di ridurre i tempi di provisioning di un pc dell’80%.