Le sfide del 2022 per il progetto europeo di Gaia-X

nov 26

Scritto da Cora Scandroglio

A novembre si è svolto l’annuale evento di Gaia-X dove si sono analizzati i progressi fatti in questi mesi e si sono condivisi i primi use cases giunti ormai ad un buon livello di maturazione. La sfida per il futuro sarà quella di poter far conoscere questo progetto a un numero sempre maggiore di aziende e spetterà anche ad aziende membri del progetto come Elmec impegnarsi per questo obiettivo.

 

Nell’introduzione al progetto Gaia-X già si intuiva l’ambizione a voler diventare la piattaforma di riferimento per la formazione di una “European data strategy”.

Gaia-X mira, infatti, a creare dei data space dedicati a singoli verticali di mercato dove sviluppare use case di “sistema”, ovvero use case che mettano in collegamento tutta la filiera per una vera sinergia dai dati.

L’economia dei dati raggiungerà nel 2025 il 10% del PIL europeo ed è questo il contesto macroeconomico dove si stanno scatenando i più grandi interessi, non solo europei ovviamente.

Se consideriamo poi che solo il 25% delle aziende in EU pratica davvero la cloud adoption e solo il 20% adotta soluzioni infrastrutturali in cloud, significa che l’80% delle applicazioni ospitate dalle aziende europee non sono ossigenate dall’innovazione portata dalla nuvola. Questo aspetto non poteva sfuggire nemmeno alla composizione del PNRR. Dei 191 mld € che riceveremo in Italia il 20% sarà da indirizzare alla digitalizzazione e di questi, 18 mld saranno interamente dedicati alle aziende private. 

Nulla di sorprendente allora nei numeri che sono stati annunciati durante l’evento annuale di Gaia-X questo novembre ovvero: 310+ membri, 25 Nazioni aderenti, 15 hub (uno persino in Corea…) e 17 use cases sviluppati dagli hub.

Di sorprendente c’è che Gaia-X ha due anni e in questo tempo sono cresciuti sia i suoi numeri che gli step evolutivi!

È stato lanciato l’Hub italiano, grazie al forte appoggio di Confindustria che sta chiamando a raccolta le aziende del tessuto produttivo italiano per creare i primi data space sull’esempio dei ben più maturi data space tedeschi e francesi.

Sono stati definiti dei “Label”, ovvero delle “etichette” che qualificheranno in modo smart i servizi IT/ICT disponibili su Gaia-X attraverso un layer software basato il più possibile sui standard open e che mira a produrre processi ottimizzati dall’ automation. Ci saranno tre livelli di labeling in base ai requisiti sempre più stringenti dal punto di vista di “eurocentricità”.

Mi sembra importante specificare che Gaia-X non determinerà il contenuto di questi Label, ma saranno le varie associazione dei data space a definirne le specifiche (ad esempio: se stiamo costruendo un data space per il verticale del FINANCE, saranno gli enti nazionali di controllo preposti a definire il contenuto dei label, mentre Gaia-X avrà il compito di recepirli e a monitorarne i livelli).

Questo concetto è rivoluzionario perché sarà poi l’azienda a scegliere, in base ai label dei servizi esposti, quale adottare in base alle proprie specifiche esigenze.

Ancora poco chiaro? Ecco degli use case portati all’evento che possono chiarire il perché questo sarà un progetto fatto per rimanere.

 

Use Cases di Gaia-X

Catena-X

csm_Catena-X

Catena-X è il progetto del data space automotive attualmente il più maturo che conta anche su una forte partnership con lo stesso governo tedesco.

Il progetto consente di scrivere codice per permettere alla catena dei dati di essere usata e condivisa da tutta la filiera dell’auto.

Hanno portato un esempio molto semplice sulla circular economy che vuole mettere in collegamento i produttori con chi ricicla per ottimizzare la catena (considerando che ad oggi le parti che vengono riciclate di un’auto sono solo il 5% già solo su questo faranno un’enorme differenza). La loro attenzione principale è che questi dati possano essere letti dal business e utilizzati come vantaggio competitivo. Come lo fanno? Con software open source e nuove release ogni dieci settimane per continui fine tunning.

Questo progetto non è solo “tedesco”, ma mondiale e  lo testimonia anche la recente adesione di Stellantis.

 

SCSN

Smart Connected Supplier Network

SSCN logo

Per capire meglio questo progetto è importante sottolineare le caratteristiche intrinseche del mercato manifatturiero europeo che è contraddistinto da tre peculiarità principali: alta complessità, alto mix collaborativo alla produzione e basso volume.

La componentistica è spesso recuperata da player esterni, ne consegue che l’ERP e la supply chain si estendono (si arriva anche a tre/quattro livelli di fornitori esterni).

In questo processo è fondamentale per l’efficienza della produzione disporre della data sharing: sia per poter produrre bene sia per poterlo fare più velocemente.

A causa dei bassi volumi, i supplier possono variare ogni volta ed è per questo importante che ci sia un ecosistema. Questo è il motivo alla base della creazione di network di aziende manifatturiere che sta lavorando in modo collaborativo in base ad accordi che identificano in modo univoco domini, standard e semantica autorizzate.

Questi due esempi non sono esaustivi, ma esplicativi. Danno un’idea di cosa stia alla base dell’idea Gaia-X.

La sua roadmap prevede un piano di realizzazione e operatività di almeno 5 anni: il 2020 è stato di set up, il 2022 sarà dedicato all’adoption, non solo in Europa.

 

Le sfide per il 2022

Come ho dibattuto nel recente articolo di Wired, il 2022 sarà l’anno in cui saremo tutti chiamati a spingere e supportare questo progetto perché possa vedere sempre più applicazioni ed aziende coinvolte. Il coninvolgimento di altre realtà, oltre a chi ci sta già partecipando, è fondamentale perché si riesca a percepirne il valore e l’impatto, perché si possano avere più schemi d’applicazione.

Ecco perché aziende come Elmec sostengono Gaia-X e lo fa insieme ad altre realtà che sul campo abbiamo spesso incontrato come nostri competitor. Tuttavia, insieme stiamo cercando di supportare questo progetto, dandogli spazio e visibilità. Allora, già solo per questo, Gaia-X forse una magia l’ha già fatta.

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